mercoledì 25 luglio 2012

Legge elettorale, troppa titubanza


Se la situazione non fosse a dire poco drammatica, verrebbe da ridere. L’ultima, solo in ordine di tempo, è “firmata”, Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera dei Deputati, secondo il quale «andare ad elezioni anticipate segnerebbe il fallimento dei partiti che sostengono il governo». Un'affermazione lapalissiana, rispetto alla quale non si può proprio fare a meno di replicare che il fallimento di Monti, a prescindere dal fatto che si vada o meno ad elezioni anticipate, è già nei fatti! 
L’attendismo della “strana maggioranza” che appoggia il Governo denota, inoltre, molta tattica politica e poca sostanza, proprio in un momento in cui i mercati, ma anche la situazione interna del Paese, richiederebbero invece meno tatticismi e molta più concretezza. Certificato come meglio non potrebbe essere, sia da fattori interni che da quelli internazionali, il fallimento dell'azione di Governo dei Professori non ha attenuanti che possano limitarne le responsabilità. Un Governo, infatti, insediatosi grazie ad una manovra di Palazzo con l'obiettivo dichiarato di calmierare lo spread e le speculazioni finanziarie sul nostro debito pubblico sui mercati internazionali, oltre a non essere riuscito nell'intento ha, se possibile, peggiorato le cose. Ad aggravare la situazione interna, ci sono infatti le conseguenze della politica economica e sociale del Governo in carica che, aumentando la pressione fiscale ma anche il disagio sociale di centinaia di migliaia di famiglie, ha innescato una recessione economica senza precedenti nella storia recente. Come venirne fuori? Mentre le forze politiche che appoggiano il premier continuano a “fare melina” sulla riforma della legge elettorale, che invece se approvata subito spianerebbe la strada a elezioni anticipate, il Carroccio è già andato alla sostanza delle cose, avanzando una riforma del sistema di voto in grado di garantire governabilità e rappresentatività. Ma si tratta delle stesse cose che vogliono i partiti che attualmente appoggiano Monti? Ne dubitiamo fortemente. La sensazione infatti è che la “strana maggioranza” miri soltanto ad una legge elettorale che non obblighi in alcun modo a dichiarare anzitempo le eventuali alleanze con le quali presentarsi al corpo elettorale. Ovvero, far finta di accapigliarsi in campagna elettorale, magari facendo a gara a chi rinnega di più i provvedimenti varati dal governo Monti, per poi, se la situazione lo richiedesse e pur di restare incollati a comode poltrone di potere, ricompattarsi senza colpo ferire.