Ha un nome inglese, ma è una cosa molto “all’italiana”. Il decreto sulla Spending review - che nella notte fra venerdì e sabato è stato approvato dalla commissione Bilancio del Senato e domani approderà in Aula - al di là della suggestione anglosassone di rigore e sobrietà si è rivelata ben lungi dal raggiungere il suo obiettivo, ossia tagliare gli sprechi e razionalizzare la spesa. Nei fatti, denuncia il responsabile del dipartimento Fisco, Finanze ed Enti locali della Lega Nord, Massimo Garavaglia, «delle finalità annunciate è rimasto ben poco. Si è tramutata in una manovra, una Finanziaria». E pure della peggior specie. Nessun concreto risparmio a fronte di soldi a pioggia per i soliti noti...
Fa festa solo Alemanno, senatore Garavaglia. «Nel caos di una discussione che si è protratta fino a tarda notte, il sindaco di Roma non ha mancato di fare capolino in commissione per venire a battere cassa». Gli è andata bene... «Per Roma capitale, già abbondantemente finanziata con una pioggia di soldi, sono stati trovati ulteriori 30 milioni. Così come sono riusciti a far uscire 13 milioni e 800 mila euro per dare un’indennità aggiuntiva a 340 figure dell’Agenzia delle entrare ». Gli esodati invece sono rimasti a bocca asciutta. «Il ministro Fornero voleva inserire 2000 esodati di Finmeccanica nei 55.000 già riconosciuti dal decreto esistente. Così facendo però avrebbero “rubato il posto” ad altrettanti lavoratori già conteggiati. Per questo, anche i colleghi della maggioranza, hanno convenuto che bisognava allargare la platea dei destinatari ampliandola a 57.000 soggetti. Le risorse però non sono saltate fuori. Eppure c’erano. Bastava non darle a Roma capitale». Sugli esodati pensa che la decisione possa essere rivista? «La questione, purtroppo, è chiusa. Ma per far capire lo stato confusionale che regna fra le file della maggioranza, vorrei sottolineare che alle 4 del mattino la commissione ha votato all’unanimità un Ordine del giorno con il quale si impegna il Governo a trovare una soluzione per gli esodati. Peccato che poi gli stessi gruppi, invece di fare qualcosa di concreto, hanno pensato ad altro». Il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, ha detto che “il Governo non deve sottovalutare l’economia reale”. Insomma, un po’ di imbarazzo nella maggioranza, sembra che ci sia. «Ovvio, la Spending review è nata con l’aspirazione di razionalizzare la spesa, ma si è trasformato in una “more spending”, ossia in un’ennesima Finanziaria. Le risorse che sono state trovate per gli Enti locali sono “scritte sul ghiaccio”, ossia sono risorse di cassa ma non risolvono nulla. I 6 miliardi per il terremoto sono prestiti. I pochi soldi veri sono stati dispersi in mille rivoli, oppure sono andati a finanziare in misura cospicua, ben 500 milioni, il fondo per le politiche a sostegno del Nordafrica». Da chi viene gestito questo fondo per il Nordafrica? «Dal ministero di Riccardi, quello che vorrebbe una nuova maxi-sanatoria per i clandestini». Sulla revisione della spesa il Governo aveva investito molto a livello di immagine: un consulente ad hoc, uno spazio web aperto ai cittadini per avanzare proposte di tagli. Tutto fumo e niente arrosto? «Le cose che ha ricordato fanno parte della campagna mediatica che ha accompagnato il provvedimento. Poi però si deve passare dalle parole ai fatti, dalle chiacchiere alle carte. Se non ci fossero stati interventi correttivi in commissione, il testo uscito da Palazzo Chigi sarebbe stato semplicemente irricevibile. I tagli al personale delle Pubblica amministrazione riguardano le piante organiche teoriche e non gli effettivi, quindi sono di fatto ininfluenti.Il trasferimento dei fondi ai Comuni, che ha visto la “spendacciona” Sicilia fare la parte del leone nei confronti del “virtuoso” Veneto, 171 milioni contro 29, non è l’unica brutta notizia per il Nord. Fra le “porcate romane”, va annoverato anche un cospicuo nuovo finanziamento a Roma capitale: 30 ulteriori milioncini destinati a quel pozzo senza fondo che sono le dissestate casse del Campidoglio. Sorride il sindaco dell’Urbe, un po’ meno gli esodati per i quali la maggioranza che sostiene il Governo di Mario Monti, non è riuscita a trovare nuove risorse. Infatti è saltata la proposta di allargare la platea dei beneficiari ad ulteriori 2000 lavoratori, che quindi rimarranno nel drammatico limbo di non avere più uno stipendio e non avere ancora una pensione.
Fa festa solo Alemanno, senatore Garavaglia. «Nel caos di una discussione che si è protratta fino a tarda notte, il sindaco di Roma non ha mancato di fare capolino in commissione per venire a battere cassa». Gli è andata bene... «Per Roma capitale, già abbondantemente finanziata con una pioggia di soldi, sono stati trovati ulteriori 30 milioni. Così come sono riusciti a far uscire 13 milioni e 800 mila euro per dare un’indennità aggiuntiva a 340 figure dell’Agenzia delle entrare ». Gli esodati invece sono rimasti a bocca asciutta. «Il ministro Fornero voleva inserire 2000 esodati di Finmeccanica nei 55.000 già riconosciuti dal decreto esistente. Così facendo però avrebbero “rubato il posto” ad altrettanti lavoratori già conteggiati. Per questo, anche i colleghi della maggioranza, hanno convenuto che bisognava allargare la platea dei destinatari ampliandola a 57.000 soggetti. Le risorse però non sono saltate fuori. Eppure c’erano. Bastava non darle a Roma capitale». Sugli esodati pensa che la decisione possa essere rivista? «La questione, purtroppo, è chiusa. Ma per far capire lo stato confusionale che regna fra le file della maggioranza, vorrei sottolineare che alle 4 del mattino la commissione ha votato all’unanimità un Ordine del giorno con il quale si impegna il Governo a trovare una soluzione per gli esodati. Peccato che poi gli stessi gruppi, invece di fare qualcosa di concreto, hanno pensato ad altro». Il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, ha detto che “il Governo non deve sottovalutare l’economia reale”. Insomma, un po’ di imbarazzo nella maggioranza, sembra che ci sia. «Ovvio, la Spending review è nata con l’aspirazione di razionalizzare la spesa, ma si è trasformato in una “more spending”, ossia in un’ennesima Finanziaria. Le risorse che sono state trovate per gli Enti locali sono “scritte sul ghiaccio”, ossia sono risorse di cassa ma non risolvono nulla. I 6 miliardi per il terremoto sono prestiti. I pochi soldi veri sono stati dispersi in mille rivoli, oppure sono andati a finanziare in misura cospicua, ben 500 milioni, il fondo per le politiche a sostegno del Nordafrica». Da chi viene gestito questo fondo per il Nordafrica? «Dal ministero di Riccardi, quello che vorrebbe una nuova maxi-sanatoria per i clandestini». Sulla revisione della spesa il Governo aveva investito molto a livello di immagine: un consulente ad hoc, uno spazio web aperto ai cittadini per avanzare proposte di tagli. Tutto fumo e niente arrosto? «Le cose che ha ricordato fanno parte della campagna mediatica che ha accompagnato il provvedimento. Poi però si deve passare dalle parole ai fatti, dalle chiacchiere alle carte. Se non ci fossero stati interventi correttivi in commissione, il testo uscito da Palazzo Chigi sarebbe stato semplicemente irricevibile. I tagli al personale delle Pubblica amministrazione riguardano le piante organiche teoriche e non gli effettivi, quindi sono di fatto ininfluenti.Il trasferimento dei fondi ai Comuni, che ha visto la “spendacciona” Sicilia fare la parte del leone nei confronti del “virtuoso” Veneto, 171 milioni contro 29, non è l’unica brutta notizia per il Nord. Fra le “porcate romane”, va annoverato anche un cospicuo nuovo finanziamento a Roma capitale: 30 ulteriori milioncini destinati a quel pozzo senza fondo che sono le dissestate casse del Campidoglio. Sorride il sindaco dell’Urbe, un po’ meno gli esodati per i quali la maggioranza che sostiene il Governo di Mario Monti, non è riuscita a trovare nuove risorse. Infatti è saltata la proposta di allargare la platea dei beneficiari ad ulteriori 2000 lavoratori, che quindi rimarranno nel drammatico limbo di non avere più uno stipendio e non avere ancora una pensione.
E ogni altro intervento significativo e procrastinato nel tempo, ossia non produce alcun risultato immediato». Ben poca cosa, dunque. «Il tutto si è ridotto nello spuntare la lettera della Bce per poter dire “abbiamo fatto anche questo”. I saldi però non reggono, perché a fronte di tagli teorici sono state decise uscite reali». Dobbiamo temere che nelle segrete stanze di Palazzo Chigi a breve inizieranno a mettere in cantiere una manovra aggiuntiva? «Il rischio è reale. Teniamo conto che le entrate fiscali sono inferiori di circa un miliardo al mese rispetto al previsto. Il costo per interessi era stato calcolato con uno spread a 250, mentre siamo stabilmente sopra i 400 punti base e ciò significa 8 miliardi in più. La questione esodati è completamente fuori controllo, tanto che è difficile addirittura quantificare quale sarà l’esborso aggiuntivo.
Bastano solo queste tre voci (alle quali non ho aggiunto il terremoto solo perché si tratta di un evento imprevedibile e imprevisto, ma che comunque dobbiamo mettere in conto), per far capire come nella prossima legge di stabilità sarà necessario un aggiustamento dei conti. E non dimentichiamoci che fra i plausi di tutto l’arco politico - salvo i distinguo della Lega che fortunatamente è riuscita a far introdurre qualche elemento di flessibilità - è stato inserito l’obbligo del pareggio di Bilancio in Costituzione.
Un vincolo che impone, nel caso in cui il “buco” si allarghi di trovare subito il modo per tapparlo. Dato che, come abbiamo visto, l’operazione sulle uscite ossia la cosiddetta Spending review, si è risolta in un nulla di fatto, rischiamo davvero di doverci aspettare nuove tasse».
di Paolo Guido Bassi, "La Padania 29.07.2012"