Ancora scontro nel mondo politico sulla ineleggibilità di Berlusconi in seguito ai processi che lo vedono imputato. Il Pd getta benzina sul fuoco, Il Pdl risponde piccato mentre Grillo la butta lì in un comizio: «Se vuole andare ancora in piazza, Silvio deve portare l’esercito».
Ma le ultime uscite del fondatore del Movimento 5 Stelle non sono piaciute a Roberto Maroni, che in un tweet rileva: «Grillo ormai è un disco rotto, ossessionato da Berlusconi come tutti i suoi amici sinistri. Sotto l’insulto niente: proposte zero virgola zero» taglia corto il Segretario federale della Lega Nord e governatore della Lombardia.
Per Beppe Grillo «i partiti in Italia sono finiti. Nel giro di quattro mesi - pronostica l’ex comico - non ci sono piu. Il Pd non si sa più che cosa sia. Il Pdl è Berlusconi. Si proteggono l’un l’altro. Berlusconi non va in galera - perché dovrebbe andare in galera - e nel contempo sul Pd non si fanno le indagini sulle banche. Su Unipol e Mps che sono i più grandi scandali finanziari degli ultimi cinquant’anni della storia della Repubblica».
A ottobre, «quando ci saranno le elezioni», incalza il leader di M5s, «ci saremo noi e Berlusconi. Abbiamo già pronta la legge per l’incandidabilità». E nel corso di un comizio elettorale a Martellago (Venezia), il blogger genovese attacca così il Cavaliere: «Berlusconi dice che non va più in piazza. Berlusconi... ti devi organizzare con l’esercito se vuoi andare in piazza».
Ieri Luigi Zanda, capogruppo del Pd al Senato, ha ribadito che «l’ineleggibilità di Silvio Berlusconi viene dichiarata dalla Giunta per le elezioni del Senato. Io non ne faccio parte. Però a mio parere c’è una posizione di ineleggibilità relativa alla sua posizione di concessionario pubblico».
L’uscita di Zanda non è piaciuta al Pdl. Per Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, «il senatore Zanda è un irresponsabile. Insiste sulla provocazione dell’ineleggibilità di Berlusconi mentre il governo comincia ad occuparsi di cose concrete. O ricopre un ruolo sbagliato o fa parte di una strategia di provocazione. Un chiarimento si impone». Mentre il senatore del Pdl Francesco Giro minaccia: «Se, come auspica e insiste nel dichiarare pubblicamente il capogruppo del Pd Luigi Zanda, il presidente Silvio Berlusconi fosse considerato ineleggibile dalla Giunta per le elezioni, allora sarebbe automatica e dovuta la scelta di abbandonare il Senato con dimissioni in massa di tutti i senatori del centrodestra, che hanno conquistato il loro seggio grazie all’ampio e straordinario suffragio elettorale al leader del Popolo della libertà».