lunedì 24 febbraio 2014

La buona notizia del governo Renzi è che c’è poco Sud

Una valanga di ministri dal centronord e pochi meridionali. Matteo Renzi ha scelto una squadra facendo fuori Cécile Kyenge (ottima notizia visto la sua totale inutilità) e pescando nel Mezzogiorno solo per Angelino Alfano e Maria Carmela Lanzetta. Ovvio che non potessero mancare alcuni romani, così da non scontentare la Capitale: ecco per esempio Federica Mogherlini e Marianna Madia. Quest’ultima, classe 1980, è quella che pochi mesi fa s’era presentata da Zanonato scambiandolo per l’altro ministro Giovannini. Se pensate che la distrazione possa qualificarla come un’incapace state tranquilli: Giorgio Napolitano la conosce, visto che aveva una relazione con suo figlio Giulio (classe 1969). Siamo sicuri che se fosse inadatta l’uomo del Colle l’avrebbe stoppata con sdegno.

 Ammettiamo che restano comunque dei dubbi, visto che la Madia è finita sotto i riflettori grazie a Valter Veltroni, non proprio uno scopritore di talenti. Poi s’è spostata di colpo fino ad abbracciare Renzi: si sa che le pugnalate democratiche vanno molto di moda.

Se proprio dobbiamo dirla tutta, la squadra del toscanaccio Matteo è una delusione. Però possiamo spremere qualche buona notizia. Eccole, un po’ sparpagliate: oltre al siluramento della Kyenge non sono tornati nella stanza dei bottoni Nunzia De Girolamo (che si era già dimessa dalle Politiche agricole, peraltro senza essere indagata), Gaetano Quagliariello, Fabrizio Saccomanni. Ci fermiamo qui perché altrimenti rischiamo di farci prendere la mano e snocciolare tutta la formazione che ha fatto esonerare Letta. Notiamo che agli Esteri non c’è più Emma Bonino, radicale, che dichiara stupita: «Ho saputo della mia sostituzione dalla tv». In pratica è successo come quand’era al dicastero: le cose accadevano ma rigorosamente a sua insaputa. Ricorderete il caso della dissidente kazaka espulsa dall’Italia: né Emma né il prode Angelino del Viminale erano informati. Ed è davvero sconvolgente, visto che il Belpaese non butta fuori neanche Jack lo Squartatore. Per una volta che qualche straniero viene impacchettato, il governo dorme e viene cacciato il forestiero sbagliato. Ogni riferimento al picconatore di Milano, Kabobo, che è finito a spaccare teste nonostante fosse senza documenti e con un lungo elenco di reati è puramente voluto.

Per carità di patria non ricordiamo l’altro capolavoro della Bonino, ovvero la gestione del caso marò. Ha promesso massimo impegno, e infatti i due italiani restano in gattabuia in India. Non avesse avuto tutta la stampa compiacente – che ormai non si nega a nessuna donna a meno che non sia di destra – la Bonino sarebbe stata massacrata.

Siamo curiosi di capire come si comporterà Andrea Orlando alla Giustizia: pare una figura di mediazione. Un personaggio certamente non berlusconiano ma neanche un ultrà manettaro. Il rischio è che tocchi nulla, così che la magistratura possa continuare a spadroneggiare.

Segnaliamo, inoltre, che se la squadra di Matteo è una delusione poteva andare anche peggio. Alcuni dei nomi circolati in settimana erano davvero da incubo. Gino Strada, per esempio: è un ottimo medico ma ci pare un filino estremista nelle sue idee anti-americane e terzo-mondiste. Per non parlare di Oscar Farinetti di Eataly, il prototipo del riccone di sinistra che paga due lire i suoi dipendenti ma che fa il moralista. Peraltro è pure capitato che l’ottimo Farinetti abbia fatto perquisire i lavoratori all’uscita dei suoi centri a Bari e Roma. Non a Milano o Torino. Ma proprio a Bari e Roma. Temeva si portassero a casa qualcosa. Poi va alla Zanzara a criticare la Lega e la secessione, ma questo è un altro discorso.


Per concludere: il governo Renzi ci pare largamente insufficiente. Non parla milanese stretto ma neanche siculo. Aggrappiamoci alle modeste consolazioni che abbiamo elencato poco sopra e illudiamoci che la Svizzera decida di invaderci. Bye bye sciura Kyenge.


Articolo tratto da: L'intraprendente