Un presidio con tanto di conferenza stampa quello organizzato davanti al Pirellone per contestare il “Salva Roma” dalla Lega. In prima fila il leader del Carroccio Matteo Salvini: «I patti erano chiari e l’amicizia lunga – spiega il segretario della Lega -; l’Italia diventava uno stato federale serio responsabile, ognuno si pagava i suoi debiti e per il passato lo Stato avrebbe dato una mano a Roma. Risultato: il federalismo è rimasto chiuso in un cassetto ma Roma continua a fare debiti, vuole ospitare le Olimpiadi e fa le feste, oltretutto si porta a casa mezzo miliardo all’anno. C’è qualcosa che non torna. O tutti pagano o nessuno paga». Missile lanciato. Poi la legnata sul governo: «Renzi è un chiacchierone, spero che venga a Milano il meno possibile. A Treviso ha incontrato tutti tranne che gli operai». Con tanto di consiglio: «Per venire a Milano si riempia le tasche di quattrini altrimenti le arance se le prende in faccia anche a Milano».
Con Salvini tutto il gruppo consiliare del Carroccio al Pirellone insieme agli assessori in quota Lega. Tutti a protestare contro le norme Salva Roma con tanto di cartelli ben in mostra. La Lega era stata l’unica in parlamento a fare le barricate. E il decreto era anche stato inizialmente ritirato causa ostruzionismo del Carroccio. Poi la «porcata», per dirla alla Salvini che ha fatto passare il provvedimento direttamente dal Governo che ne ha dato il via libera. Con le conseguenti proteste leghiste.
"Con il decreto Salva roma - spiega Jari Colla, vice Capogruppo in Consiglio Regionale - si continua con il solito andazzo italico premiando gli incapaci e colpendo i buoni amministratori. Non più tardi di 2 mesi fa, il governo del PD guidato da Letta ha fatto un "bel regalo" a Regione Lombardia: un bel taglio di 300 milioni di euro alla regione più virtuosa d'italia. Oggi, sempre un governo del PD ma questa volta guidato dal PremierRenzi, decide di regalare 500 milioni di euro premiando un comune mal amministrato da decenni. Come sempre si colpisce il Nord e si premia il Sud. Governo nuovo, regole vecchie".