giovedì 3 aprile 2014

La parola che fa terrore allo stato italico è una sola: INDIPENDENZA!

Agenzia Ansa di ieri pomeriggio: “Anche il direttore del quotidiano online ‘L’Indipendenza’, Gianluca Marchi, primo direttore del quotidiano della Lega Nord La Padania, sarebbe stato contattato dagli esponenti dell’Alleanza, sgominata dal Ros, per «ottenere appoggio finanziario e soprattutto mediatico al momento» dell’azione in piazza San Marco. Un appoggio, scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare, che sarebbe stato fornito sia attraverso la testata online «sia attraverso emittenti televisive locali» lombarde. Sarebbe stato il leader dei secessionisti bresciani, Giancarlo Orini, a tenere i contatti con Marchi e con l’ex parlamentare leghista Roberto Bernardelli, nelle intercettazioni detto «il facoltoso», indicato nelle indagini come tra i finanziatori del gruppo”.


Vero, ho avuto contatti con Giancarlo Orini e l’ho incontrato in diversi convegni pubblici e a cena in un ristorante dove erano presenti anche Luigi Faccia e Flavo Contin. Lui mi parlava di probabili azioni che avrebbero dovuto essere eclatanti, ma certo non mi raccontava di armi, di trattori modificati o di che altro. Si discorreva se L’Indipendenza avrebbe rilanciato queste azioni quando fossero avvenute: chiaro che sì, questo giornale ha la missione di dare risalto a quanto tenta di dar voce alla causa indipendentista. Ma sfido chiunque a trovare nel nostro archivio un solo articolo dove si anticipasse della preparazione di qualcosa di eclatante. E allora quando il gip scrive, nei provvedimenti di custodia cautelare, di un “appoggio che sarebbe stato fornito attraverso la testata online” (cioè L’Indipendenza) sarebbe interessante capire dove, come e quando tale appoggio si è realizzato, visto che nessuna delle operazioni annunciate è mai stata posta in essere. In altri termini: nulla è mai avvenuto e nulla noi abbiamo potuto scrivere.

Mi viene allora il sospetto di essere entrato nel novero degli indagati perché avrei assicurato all’Alleanza, che per la verità non ho mai saputo fino a ieri si chiamasse in tal modo, un appoggio mediatico di là da venire, così come di là da venire erano le presunte azioni violente che gli inquirenti attribuiscono come intenzione agli arrestati. Insomma, una sorta di processo alle intenzioni, almeno nei miei confronti, per essere alla guida di una testata che dà spazio a questi pazzi ed esaltati di indipendentisti, “gentaglia” che ha in mente di far saltare lo Stato italico. Sì, lo ammetto, ho questa aspirazione e con me ce l’hanno tante persone. Ma non mi son mai sognato di affermare o scrivere che ciò dovesse avvenire attraverso l’uso delle armi.


Quindi c’è da presumere che anche una piccola realtà come la nostra finisca per dare eccessivo fastidio al malato e decrepito moloch statale italico che, a fronte dei fermenti sempre più evidenti provenienti da certi settori della società veneta e non solo, reagisce cercando di diffondere terrore, di far paura mostrando i propri muscoli attraverso i propri apparati. Tommaso Buonanno, procuratore di Brescia, ha detto in televisione che l’Alleanza si “proponeva l’indipendenza dalla Stato”. Ecco la parola magica che invece induce terrore nelle vene italiche: INDIPENDENZA! E allora processiamola questa parola: il “torto” principale di Roberto Bernardelli, Franco Rocchetta, Lucio Chiavegato, Giancarlo Orini e degli altri arrestati è quello di battersi per essa.

articolo tratto da : L'Indipendenza