Agenzia Ansa di ieri pomeriggio: “Anche
il direttore del quotidiano online ‘L’Indipendenza’, Gianluca Marchi, primo
direttore del quotidiano della Lega Nord La Padania, sarebbe stato contattato
dagli esponenti dell’Alleanza, sgominata dal Ros, per «ottenere appoggio
finanziario e soprattutto mediatico al momento» dell’azione in piazza San
Marco. Un appoggio, scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare, che
sarebbe stato fornito sia attraverso la testata online «sia attraverso emittenti
televisive locali» lombarde. Sarebbe stato il leader dei secessionisti
bresciani, Giancarlo Orini, a tenere i contatti con Marchi e con l’ex
parlamentare leghista Roberto Bernardelli, nelle intercettazioni detto «il
facoltoso», indicato nelle indagini come tra i finanziatori del gruppo”.
Vero, ho avuto contatti con Giancarlo
Orini e l’ho incontrato in diversi convegni pubblici e a cena in un ristorante
dove erano presenti anche Luigi Faccia e Flavo Contin. Lui mi parlava di
probabili azioni che avrebbero dovuto essere eclatanti, ma certo non mi
raccontava di armi, di trattori modificati o di che altro. Si discorreva se
L’Indipendenza avrebbe rilanciato queste azioni quando fossero avvenute: chiaro
che sì, questo giornale ha la missione di dare risalto a quanto tenta di dar
voce alla causa indipendentista. Ma sfido chiunque a trovare nel nostro
archivio un solo articolo dove si anticipasse della preparazione di qualcosa di
eclatante. E allora quando il gip scrive, nei provvedimenti di custodia cautelare,
di un “appoggio che sarebbe stato fornito attraverso la testata online” (cioè
L’Indipendenza) sarebbe interessante capire dove, come e quando tale appoggio
si è realizzato, visto che nessuna delle operazioni annunciate è mai stata
posta in essere. In altri termini: nulla è mai avvenuto e nulla noi abbiamo
potuto scrivere.
Mi viene allora il sospetto di essere
entrato nel novero degli indagati perché avrei assicurato all’Alleanza, che per
la verità non ho mai saputo fino a ieri si chiamasse in tal modo, un appoggio
mediatico di là da venire, così come di là da venire erano le presunte azioni
violente che gli inquirenti attribuiscono come intenzione agli arrestati.
Insomma, una sorta di processo alle intenzioni, almeno nei miei confronti, per
essere alla guida di una testata che dà spazio a questi pazzi ed esaltati di
indipendentisti, “gentaglia” che ha in mente di far saltare lo Stato italico.
Sì, lo ammetto, ho questa aspirazione e con me ce l’hanno tante persone. Ma non
mi son mai sognato di affermare o scrivere che ciò dovesse avvenire attraverso
l’uso delle armi.
Quindi c’è da presumere che anche una
piccola realtà come la nostra finisca per dare eccessivo fastidio al malato e
decrepito moloch statale italico che, a fronte dei fermenti sempre più evidenti
provenienti da certi settori della società veneta e non solo, reagisce cercando
di diffondere terrore, di far paura mostrando i propri muscoli attraverso i
propri apparati. Tommaso Buonanno, procuratore di Brescia, ha detto in
televisione che l’Alleanza si “proponeva l’indipendenza dalla Stato”. Ecco la
parola magica che invece induce terrore nelle vene italiche: INDIPENDENZA! E
allora processiamola questa parola: il “torto” principale di Roberto
Bernardelli, Franco Rocchetta, Lucio Chiavegato, Giancarlo Orini e degli altri
arrestati è quello di battersi per essa.
articolo tratto da : L'Indipendenza