venerdì 12 settembre 2014

Scuola, inizio nel caos. Salvini: centinaia di prof mancano all'appello

Controlli a tappeto sulle richieste di assenza per malattia o motivi familiari ed elenchi regionali per il reclutamento degli insegnanti. A Milano e in Lombardia si rischia il caos, con il timore che lunedì manchino all'appello centinaia di insegnanti. «Il dramma è che, ancora primi che inizi l'anno scolastico, si sa già che centinaia di insegnanti non metteranno mai piede a Milano», ha sostenutoMatteo Salvini durante una conferenza stampa all'esterno del Pirellone per annunciare le mozioni che la Lega presenterà in Consiglio regionale e in Parlamento. 
«La nostra non è una protesta solo lombarda e vogliamo denunciare l'ennesima presa in giro di Renzi, questa volta più grave perché coinvolge migliaia di bambini che lunedì almeno a Milano non avranno l'insegnante in classe». Secondo il Segretario del Carroccio «Renzi parla di scuola ogni quarto d'ora, aveva anche promesso tre miliardi e mezzo per sistemarle e non li ha trovati. La cosa più grave è che la normativa attuale rischia di abbandonare lunedì le scuole nel caos, con centinaia di cattedre scoperte. Ho già parlato al provveditore, prima ancora che inizi l'anno scolastico ci sono centinaia di certificati di malattia, gente che a Milano non metterà mai piede. A Milano città su 174 neoassunti 174 sono di fuori provincia, sono già decine le richieste nelle direzioni didattiche di assenze per malattie o per assistere un parente disabile». Ovvio, secondo il leader leghista, che qualcosa non torni. «Se hai il parente disabile a Crotone lo sapevi anche prima di assumere la cattedra a Milano, difficilmente uno fa Milano-Crotone per questo motivo tutti i giorni. Noi chiediamo verifiche a tappeto casa per casa dell'effettività di queste malattie e dell'esistenza in vita di parenti disabili. Per lo stato la spesa è doppia. Lunedì iniziano le scuole e se manca uno di questi 174 neoassunti il preside deve chiamare un supplente pagando il doppio, sia il malato immaginario sia il supplente. Viene meno anche la continuità didattica per i bambini con il rischio che in centinaia di classi si cambino 2, 3 o 4 insegnanti». La soluzione è già pronta ed è contenuta nelle mozioni della Lega: «Concorsi su base regionale, non ci si sposta di provincia. Se uno sceglie Milano deve poi insegnare a Milano. Stesso discorso vale per il Nord e per il Sud, per Milano o il Piemonte. Ora invece c'è la transumanza. Ci sono molti insegnati pugliesi che si sono trasferiti a Milano e si vedono scavalcati da chi arriva domattina e non metterà mai piede a Milano. Renzi dunque sta letteralmente prendendo in giro gli insegnanti, i direttori didattici, i genitori e soprattutto i bimbi». 

«L'attuale sistema di reclutamento degli insegnanti - ha aggiunto il capogruppo leghista in Regione, Massimiliano Romeo - rischia di creare disparità di trattamento di chi è già presente nelle graduatorie provinciali della Lombardia da diverso tempo, che si è visto scavalcato dall'inserimento a pettine di docenti provenienti da altre regioni». Per questo la Lega al Pirellone ha presentato con una mozione urgente con la quale chiede all'assessore regionale all'Istruzione Valentina Aprea di attivarsi presso il governo su questo fronte. In particolare, il Carroccio chiede che gli insegnanti supplenti per questo anno scolastico siano chiamati secondo le graduatorie chiuse a giugno 2013 e che non si tenga conto degli inserimenti successivi; che in vista dei prossimi anni scolastici l'attuale sistema venga sostituito con elenchi regionali senza la possibilità di spostamento per i docenti da una regione all'altra e che «ai fini della continuità didattica» vengano ristabiliti i 5 anni, almeno 5, di permanenza nella provincia da parte degli insegnanti prima della nomina in ruolo.«Questa mozione - spiega il capogruppo Romeo - nasce per risolvere un problema grave che interessa la scuola lombarda. Le istituzioni scolastiche infatti sono in procinto di effettuare la chiamata dei supplenti necessari, utilizzando le graduatorie disponibili. Questo modus operandi però rischia di creare nuove disparità che andranno a ledere i diritti di coloro che sono presenti negli elenchi provinciali della Lombardia e che si vedono scavalcare dall'inserimento a pettine di docenti provenienti da altre regioni, in particolare del Mezzogiorno», ha concluso.


tratto da La Padania