Spiega Massimo Garavaglia, neo
assessore al Bilancio della Regione Lombardia: «Facciamo le cose che si possono
fare. E subito». Detto e fatto.
La prima boccata di ossigeno all’economia
del Nord arriva grazie alla delibera approvata ieri pomeriggio dalla Giunta
targata Maroni che, nella sostanza, allarga le maglie del patto di stabilità
consentendo agli enti locali lombardi la possibilità di di spendere 134 milioni
di euro. Che diventano circa 250 insieme a Piemonte e Veneto, le altre due
Regioni a guida leghista che hanno sottoscritto contestualmente la
delibera.
Un segnale politico forte che dimostra
non solo la capacità di traino delle tre Regioni quando si muovono insieme ma anche
l’avvio di quella fase di rapidità e concretezza più volte sollecitata dallo
stesso governatore lombardo in campagna elettorale. Ma che cosa comporterà
l’adozione contestuale della delibera approvata durante la prima riunione di Giunta? In Lombardia significa
che gli enti locali (bisogna solo attendere il decreto attuativo regionale)
potranno spendere 134 milioni di euro solo Lombardia (100 i Comuni e 34 le
Province) per far fronte in tempio rapidi al pagamento dei debiti accumulati
verso i propri fornitori, dando così fiato all’economia. La Regione di fatto
rinuncia a spendere «questi soldi consegnando questa capacità di spesa
agli enti locali, allargando così il loro patto di stabilità», spiega
Garavaglia.
Una possibilità inserita già nelle
norme nazionali lo scorso anno ma recepita tardivamente. Ora la Lombardia,
insieme a Piemonte e Veneto, si è mossa in fretta. Una velocità che permetterà
agli enti locali di aprire i rubinetti e ridare ossigeno all’economia
locale.
«Siamo molto soddisfatti - rimarca
ancora Garavaglia - perché si tratta di una norma su cui la Lega si era battuta
con decisione a Roma, riuscendo ad allargare la quota di disponibilità per
comuni e Province. Ovviamente - evidenzia l’assessore al Bilancio - non è la
soluzione di tutti i mali ma di certo è un segnale forte e chiaro anche di
quanto possono fare insieme le Regioni del Nord».
Ma la prima riunione della squadra di Roberto Maroni è stato anche il giorno del
taglio del 10 per cento delle spese delle segreterie per ciascun componente
dell'Esecutivo. Per il 2013 tali spese saranno riproporzionate alla durata
dell’anno. Inoltre la dotazione finanziaria per le voci di rappresentanza e di
funzionamento è ridotta del 30 per cento rispetto a quanto stabilito per il
2012. Per le missioni all’estero sarà poi necessario avere una preventiva
autorizzazione del presidente Maroni che ha già annunciato, in qualità di
consigliere regionale della Lista Maroni, di voler presentare in Consiglio
regionale una proposta di legge per cambiare l'attuale norma sui rimborsi dei
consiglieri.
La prima Giunta regionale ha preso in
esame anche il problema della mancata adozione di Piani di governo del
territorio da parte di numerosi Comuni della Lombardia. Una situazione che di
fatto blocca l’attività urbanistica a livello locale. Per risolvere questo
problema, l'assessore Beccalossi incontrerà a breve l’Associazione nazionale
dei Comuni italiani (Anci).
Ultimo
provvedimento della prima Giunta Maroni è stato il via libera al nuovo
organigramma del management regionale. Nei due assessorati più “pesanti”, che
insieme valgono circa l’87 per cento del bilancio regionale, ossia Welfare e
Sanità, i nuovi direttori generali saranno rispettivamente Giovanni Daverio (dg
all’Asl di Varese) e Walter Bergamaschi (dg all’ospedale Niguarda).
(Sim.Bo)