mercoledì 19 giugno 2013

Consiglio Regionale: tagli per 14,5 milioni alla casta!


Grazie alla spinta leghista, il Consiglio Regionale approva tagli per 14,5 milioni alla casta: via anche vitalizi e indennità di fine mandato. Incredibili grillini: votano contro

Regione Lombardia si conferma la Regione più virtuosa del Paese, e anche d’Europa. Dopo quasi sei ore di dibattito, ieri il Consiglio regionale ha approvato (con il clamoroso parere contrario del M5S) la legge sulla riduzione dei costi della politica. Un testo articolato, ma che ha nei numeri l’evidenza della svolta dettata e voluta dal governatore Roberto Maroni: la spesa tra consiglieri, personale dei gruppi e spese di funzionamento passa da 29 a 14,5 milioni di euro. D’ora in avanti il Consiglio regionale lombardo costerà ad ogni cittadino solamente 1,4 euro all’anno. Non solo. E’ confermata l’abolizione di vitalizi e indennità di fine mandato, ed è stato stabilito il divieto di cumulo del trattamento economico sino all’opzione in caso di doppia elezione al Consiglio regionale e ai parlamenti nazionale ed europeo. Prevista elevate sanzioni giornaliere (280 euro) per le assenze dai lavori di Commissione o di Consiglio.
Lungamente applaudito e condiviso l’appassionato intervento del capogruppo Massimiliano Romeo. «I risparmi che oggi otteniamo dai tagli ai costi della politica sono superiori a quanto ci chiedevano gli esponenti del M5S, che due anni fa presentarono sul tema un progetto di legge di iniziativa popolare. La proposta dei grillini prevedeva un risparmio massimo annuo di 11 milioni e 600 mila euro per un totale nella legislatura di 58 milioni e 100 mila euro. Il progetto di legge che stiamo per approvare prevede un risparmio annuale ancora maggiore: 13 milioni e 900 mila euro per un risparmio complessivo nell’intera legislatura di 69.500.000 euro. Si tratta di 11 milioni di risparmio in più rispetto a quanto proposto dal M5S. Comprendo quindi la difficoltà in cui si dibattono oggi i grillini qui al Pirellone, ormai con le armi spuntate anche sul loro cavallo di battaglia». E forse anche per questo imbarazzo, la squadriglia grillina ha incredibilmente votato contro alla legge.
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