giovedì 17 luglio 2014

Milano si ribella. Disastro Pisapia, tornano le ronde

Tornano di moda le ronde. Di fronte all'incapacità dimostrata dalla giunta Pisapia sul fronte della sicurezza i cittadini iniziano a fare da soli. Milano è colpita dalla criminalità, camminare per le strade della città è diventato pericoloso. Un problema acuito dalle ultime scelte dell'amministrazione che ha aperto le porte, a differenza di altri comuni, ai sedicenti profughi provenienti dalla Siria e dall'Eritrea. In totale, da quando sono iniziate le due "emergenze", lo scorso ottobre, a Milano sono transitati oltre 14500 sedicenti profughi. Le presenze medie giornaliere nelle strutture messe a disposizione dal Comune o dalle associazioni di volontariato si aggirano, nelle ultime settimane, attorno alle 1000 unità. 
La situazione è critica. Sia sotto il profilo dell'ordine pubblico sia per quanto riguarda l'aspetto sociale. 

Milano non ce la fa a sostenere «la scelta politica dell'accoglienza» portata avanti dalla maggioranza di sinistra. E i cittadini hanno iniziato a ribellarsi. In Porta Venezia sono così partite le ronde organizzate dall'associazione dei commercianti. Qui, lungo i Bastioni di Porta Venezia, nei giardini Montanelli, nelle vie circostanti, bivaccano più di 250 eritrei al giorno, in totale a Milano ne sono arrivati più di tre mila. L'asscom Porta Venezia, l'associazione che ha annunciato le ronde definendole controlli di vicinato, ha ricevuto l'attenzione non solo dei cittadini, per collaborare o per chiedere aiuto, ma di interi condomini. «Queste richieste sono il segno tangibile del fallimento delle politiche di sicurezza di questa Amministrazione comunale e del fatto che a guidarle c'è un assessore a nostro parere incompetente - ha spiegato Luca Longo, presidente dell'associazione - abbiamo ricevuto richieste di aiuto e proposte di collaborazione da piazzale Bacone, dal quartiere Bovisa, da piazza Aspromonte e da via Padova e viale Monza». L'associazione dei commercianti fa sul serio. Domani le ronde verranno presentate alla stampa, ci sarà un numero telefonico attivo 24 ore su 24, parteciperanno anche cittadini di lingua cinese o araba. «Noi non vogliamo per forza gente che scenda in strada - ha chiarito Longo - basta anche qualcuno che dal balcone si segna un numero di targa o fa due foto e non vogliamo che sia una battaglia destra contro sinistra o viceversa».Le polemiche, però, non mancano. La sinistra è subito salita sulle barricate contro le ronde ma la cittadinanza è esasperata. «Abbiamo difficoltà addirittura ad entrare nei portoni delle nostre case - hanno spiegato alcuni residenti in una riunione del consiglio di zona la scorsa settimana - poiché dormono sui marciapiedi e dobbiamo essere noi a chiedere loro di spostarsi, per lasciarci passare». «Espletano le proprie necessità biologiche ovunque - hanno spiegato altri -, senza il minimo rispetto per nessuno». C'è anche la forte preoccupazione della presenza di alcune malattie infettive tra i sedicenti profughi. Non a caso l'assessore alle politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, ha assicurato sull'esistenza di una convenzione tra la Croce Rossa e il Comune. Subito però smentito dagli stessi interessati. Secondo il Presidente Regionale della Cri in persona, Maurizio Gussoni, infatti, «il Comunque non ha mai chiesto, alla Cri, di intervenire per la gestione dell'emergenza profughi. Tutt'al più esisteva una convenzione, con uno stanziamento economico risibile, circa l'intervento della Cri con l'unità mobile attiva a tutele dei clochard, ma questa è tutta un'altra questione, che non c'entra assolutamente niente. Per l'emergenza profughi - ha assicurato il Presidente - non esiste alcun accordo, né con il comitato provinciale della Cri, né con quello regionale». A Milano fino ad oggi è transitato un quarto dei sedicenti profughi giunti in Italia. La spesa si aggira attorno ai 7,5 milioni e per la loro accoglienza sono stati messi a disposizione anche strutture del comune. Intanto il numero dei milanesi che dorme in macchina è in continuo e drammatico aumento e il tempo medio per avere un posto in un dormitorio si aggira sui tre mesi. I Milanesi possono aspettare. Per Pisapia prima ci sono i siriani e gli eritrei.