mercoledì 17 ottobre 2012

Legge di stabilità, al Sud la carota, al Nord il bastone...


A scorrere le molte e inique misure che caratterizzano la Legge di stabilità approvata dal governo ormai una settimana fa, ma ancora oggetto di modifiche, tagli e limature, si ha la sensazione che, come sempre, l’obiettivo dei professori sia solo quello di fare cassa, al di là di qualsiasi esigenza sociale.  Nonostante gli annunci e le smentite dell’ultima ora, ad essere colpiti dalla scure montiana rimangono soprattutto le categorie più deboli e indifese, in conseguenza dei tagli a scuola e sanità, senza peraltro che alcun taglio agli sprechi veri, soprattutto al sud, venga effettivamente operato. 
La conseguenza più odiosa dell’aumento dell’Iva, a parere del governo compensata dalla riduzione di un punto delle aliquote lrpef più basse, è che ad andarci di mezzo saranno soprattutto coloro che si trovano nella soglia minima di reddito, che, non potendo usufruire di uno sconto sull’Irpef, subiranno soltanto l’aumento dell’IVA e quindi l’aumento dei prezzi per la grande maggioranza dei beni di consumo. Rimangono poi il tetto spesa e la franchigia: provvedimenti che incidono pesantemente sulla riduzione degli sconti fiscali, delle deduzioni e delle detrazioni. Il governo prevede che per la quasi totalità degli sconti varrà infatti la franchigia, ovvero la possibilità di considerare le spese solo a partire dai 250 euro in su. Tale misura riguarda la maggior parte delle detrazioni e deduzioni, dalle spese mediche a quelle per istruzione, dalle spese per l’assicurazione a quelle sui mutui.
Ma se dovessimo fare una classifica dei provvedimenti più odiosi il premio lo vincerebbe di certo il taglio retroattivo degli sconti Irpef. L’effetto retroattivo, che ostinatamente
il governo non ha voluto scongiurare, nonostante i pressanti e unanimi appelli di tutte le forze politiche e delle rappresentanze di categorie, viene peraltro introdotto infischiandosene del principio di irretroattività stabilito dallo “Statuto del Contribuente”.  A questi motivi di preoccupazione, c’è poi da aggiungere l’incertezza generale e le differenziazioni anche significative all’interno dell’esecutivo, che caratterizzano l’azione di Palazzo Chigi in questa delicata fase. Un motivo in più per convincere la “strana maggioranza” che appoggia Monti a non limitarsi ad una semplice presa d’atto in Parlamento della Legge di stabilità. Dinanzi a scelte devastanti, che costituirebbero per i cittadini e l’economia l’ennesima doccia scozzese, in grado di annientare dei tutto le residue speranze di guardare al futuro con un maggiore ottimismo, non si può restare indifferenti.