A scorrere
le molte e inique misure che caratterizzano la Legge di stabilità
approvata dal governo ormai una settimana fa, ma ancora oggetto di modifiche, tagli
e limature, si ha la sensazione che, come sempre, l’obiettivo dei professori
sia solo quello di fare cassa, al di là di qualsiasi esigenza sociale. Nonostante gli annunci e le smentite dell’ultima
ora, ad essere colpiti dalla scure montiana rimangono soprattutto le categorie più
deboli e indifese, in conseguenza dei tagli a scuola e sanità, senza peraltro che
alcun taglio agli sprechi veri, soprattutto al sud, venga effettivamente operato.
La
conseguenza più odiosa dell’aumento dell’Iva, a parere del governo compensata dalla
riduzione di un punto delle aliquote lrpef più basse, è che ad andarci di mezzo
saranno soprattutto coloro che si trovano nella soglia minima di reddito, che, non
potendo usufruire di uno sconto sull’Irpef, subiranno soltanto l’aumento dell’IVA
e quindi l’aumento dei prezzi per la grande maggioranza dei beni di consumo.
Rimangono poi il tetto spesa e la franchigia: provvedimenti che incidono
pesantemente sulla riduzione degli sconti fiscali, delle deduzioni e delle
detrazioni. Il governo prevede che per la quasi totalità degli sconti varrà
infatti la franchigia, ovvero la possibilità di considerare le spese solo a
partire dai 250 euro in su. Tale misura riguarda la maggior parte delle
detrazioni e deduzioni, dalle spese mediche a quelle per istruzione, dalle
spese per l’assicurazione a quelle sui mutui.
Ma
se dovessimo fare una classifica dei provvedimenti più odiosi il premio lo
vincerebbe di certo il taglio retroattivo degli sconti Irpef. L’effetto
retroattivo, che ostinatamente
il
governo non ha voluto scongiurare, nonostante i pressanti e unanimi appelli di
tutte le forze politiche e delle rappresentanze di categorie, viene peraltro
introdotto infischiandosene del principio di irretroattività stabilito dallo “Statuto
del Contribuente”. A questi motivi di
preoccupazione, c’è poi da aggiungere l’incertezza generale e le
differenziazioni anche significative all’interno dell’esecutivo, che
caratterizzano l’azione di Palazzo Chigi in questa delicata fase. Un motivo in
più per convincere la “strana maggioranza” che appoggia Monti a non limitarsi
ad una semplice presa d’atto in Parlamento della Legge di stabilità. Dinanzi a
scelte devastanti, che costituirebbero per i cittadini e l’economia l’ennesima doccia
scozzese, in grado di annientare dei tutto le residue speranze di guardare al
futuro con un maggiore ottimismo, non si può restare indifferenti.